PIETRO BELTRANI / Sabato 18 novembre

18.11.2023

Sabato 18 novembre ore 20.30
ORATORIO DI SANT’ONOFRIO

Recital pianistico con PIETRO BELTRANI
Integrale delle trascrizioni di Sergej Rachmaninov

Per un pianista la trascrizione è sempre un lavoro difficile quanto avvincente. Si tratta infatti di donare a un brano già esistente una nuova caratterizzazione che non ne snaturi il significato originario, ma che ne aggiunga valore musicale ed espressivo.
In questo il lavoro di Rachmaninov è perfettamente riuscito: le sue trascrizioni (da altri autori, ma anche da se stesso) sono costruite osservando le prescrizioni delle intenzioni degli autori originari, ma ne costituiscono sempre un superamento dal punto di vista tecnico, armonico ed espressivo.
Esse sono state tutte scritte negli anni americani, e coincidono per il compositore russo con un periodo, quello degli anni venti - trenta, che fa spazio alle rielaborazioni dai classici (pensiamo alle Variazioni su un tema di Corelli e alla Rapsodia da Paganini). In alcuni casi sarebbe più opportuno parlare di arrangiamenti, poiché non vi è mai la semplice traslitterazione meccanica delle note sul pianoforte, ma al contrario è sempre presente una assai complessa elaborazione, dove lo stile di Rachmaninov si fa sempre sentire, anche in repertori considerati distanti dal suo, come ad esempio J. S. Bach: nella trascrizione dalle Partita BWV 1006 per violino, Rachmaninov utilizza un contrappunto di ampio respiro, rispettoso della scrittura originaria, con aggiunte di armonie, colori e sfavillanti accordi che ne risaltano la scrittura pianistica. All’inizio Rachmaninov aveva fatto editare solo il Preludio, solo in seguito usciranno la Gavotta e la Giga.
Di pregevole fattura è la trascrizione dallo Scherzo dal Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn, la cui elevatissima difficoltà esecutiva, quasi anti-pianistica, lo rende un brano poco affrontato perfino dai giovani virtuosi, sia in studio di registrazione che in pubblico.
Assai d’impatto sono le trascrizioni da Kreisler, (quest’ultimo collaborò stabilmente in duo con il compositore russo negli anni statunitensi). Rachmaninov lavora su due delle tre danze viennesi per Violino e Pianoforte (Liebeslied e Liebesfreud), trasformandole in due brani dall’intento fortemente virtuosistico e dagli effetti sonori più disparati, con un forte uso di cromatismi unito al lirismo magniloquente.
Più oniriche sono le trascrizioni da suoi stessi lavori vocali, Lilacs (dalle 12 Romanze op. 21) e Daisies (dalle 6 Romanze op. 38), quest’ultima fortemente influenzata dal “suono” americano, segno di un autore che non considera gli Stati Uniti dell’epoca solo come un
paese ospitante, ma che vive attivamente il panorama musicale del suo tempo.
Sempre elettrizzanti all’ascolto e all’esecuzione sono le trascrizioni da autori russi, come Mussorgsky e Rimsky-Korsakov, il cui Volo del calabrone è uno dei brani più celebri di ogni tempo nella musica classica, trascritto per ogni tipo di strumentazione, e ancora molto utilizzato dai moderni virtuosi come bis.
Drammaticamente espressiva invece la Romanza op. 16 di Tchaikovsky, che è l’ultima opera scritta da Rachmaninov (1941). La Polka di W.R. i chiama così perché era il brano preferito del padre del compositore, Vassily Rachmaninov, che la ascoltava sempre alla radio, ed è dedicata a L. Godowsky. Essa risulta essere la trascrizione dalla Scherzpolka Lachtäubchen op. 303 di Franz Behr, anche se Rachmaninov non menziona l’autore originale nel suo manoscritto, poiché probabilmente non a conoscenza che il brano fosse suo. Si è quindi creduto fino alla fine del XX secolo che il brano fosse originale di Rachmaninov.
La particolarità di tutte queste trascrizioni è che sono state tutte incise in vari anni dall’autore, il quale ci dona un lascito prezioso del suo insuperato pianismo. Da notare che queste ultime differiscono in alcuni passaggi da quelle che sono le versioni definitive editate ufficialmente. Sappiamo infatti che di alcune trascrizioni sono andati persi i manoscritti, mentre si è a conoscenza che alcune di esse, come il Minuetto dall’Arlesienne di Bizet o il Volo del calabrone, sono state sottoposte a revisioni successive dall’autore stesso.


PIETRO BELTRANI
Si diploma a 18 anni presso il conservatorio “G. Rossini” di Pesaro con il massimo dei voti e lode. Ottiene in seguito il Diploma presso l’Accademia Pianistica Internazionale “incontri col Maestro” di Imola, studiando con Franco Scala e in seguito con Piero Rattalino. Ha partecipato a numerosi masterclass con i migliori maestri della scena nazionale e internazionale, fra cui Daniel Rivera, Michael Dalberto, Pier Narciso Masi, Joaquin Soriano, Alexander Lonquich.
Nel 2009 è vincitore della tredicesima Rassegna dei migliori diplomati dei conservatori e degli istituti pareggiati d’Italia di Castrocaro (FC), e ottiene grande successo al prestigioso Premio Venezia, dove riceve il 4º Premio. In seguito si esibisce in tutta Italia, suonando in importanti teatri e sale italiane, tra cui il Teatro La Fenice di Venezia, il Parco della Musica a Roma, il Teatro Manzoni di Bologna, l’Accademia Filarmonica di Bologna, la Sala Puccini del Conservatorio di Milano, il Teatro Comunale di Firenze. Ha preso parte a numerosi Festival italiani, fra cui il festival MiTo di Milano-Torino, il Bologna Festival e il Maggio Musicale Fiorentino.
Nel 2013 riceve la “Special Mention of outstanding musicianship” in occasione della quarantesima edizione degli Umbria Jazz Clinics, sotto la guida dei Maestri del Berklee College of Music di Boston.
A maggio 2016 fa il suo debutto negli USA, dove si esibisce nella prestigiosa Carnegie Hall di New York. Nel 2016 porta a compimento il primo disco jazz con il suo trio. Il titolo del disco è “My Perfect Day”, registrato negli studi Fonoprint di Bologna. Nel 2017 esce il secondo lavoro, dal titolo “Life”. Nel 2017 presenta il progetto “Peri’s Scope”, tributo a Bill Evans, che ha riscosso molto successo di pubblico e critica. Il progetto è stato presentato al Crossroads jazz festival e all’Emilia Romagna Festival.
A dicembre 2019 debutta con il Terzo Concerto per Pianoforte e Orchestra di Rachmaninov al Teatro Auditorium Manzoni di Bologna, con l’Orchestra Senzaspine, con la quale replica nel 2022 nello stesso Teatro con la Rapsodia in Blue di Gershwin.
Nel 2020 presenta il progetto “Classics in Jazz and more”, incentrato sulle rivisitazioni jazzistiche di brani di autori dell’800 e del ‘900.
Nel 2021 esce il primo disco edito da Da Vinci Classics, dedicato al Terzo Concerto di Rachmaninov. Nel 2023 arriva il secondo disco con la medesima casa discografica, con l’esecuzione dell’integrale delle trascrizioni per pianoforte di S. Rachmaninov.
Di recente fondazione è il Beltrani Modern Piano Trio, formazione che propone repertori incentrati sulla musica da film e su autori del novecento.

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